Beneficio per investimenti effettuati già nel 2017, impatto fiscale dal 2018. Carlo Calenda torna sul piano Industria 4.0 destinato a entrare nella legge di bilancio. Il capitolo centrale è costituito da 13 miliardi di incentivi fiscali automatici, «che le imprese – dice il ministro dello Sviluppo economico intervenendo a un convegno sulla manifattura digitale organizzato da Avio Aero – possono iscrivere sul loro bilancio immediatamente, senza bisogno di alcuna autorizzazione ministeriale». Superammortamenti e iperammortamenti richiederanno una copertura pubblica in sette anni, a partire dal 2018. La nuova formulazione del credito d’imposta per gli investimenti in ricerca invece richiede un impegno pubblico in quattro anni, con una quota minoritaria nel 2017 e le quote più consistenti tra il 2018 e il 2020. Proprio il credito d’imposta è tra le misure che, rispetto alle prime ipotesi di lavoro, sono state riviste nel piano finale. Dopo una lunga valutazione sul possibile impatto per i conti pubblici, il ministero dello Sviluppo ha deciso di rinunciare a un “premio” sulla quota di stock investito. Resta l’impianto originario della norma (introdotta dalla legge di stabilità 2015) quindi il credito d’imposta si applica non sul volume totale ma sull’incremento di spesa rispetto alla media del triennio 2012-2014. Inoltre, il piano Industria 4.0 contiene due novità di rilievo per il bonus ricerca: la prima è l’aumento del limite di credito massimo per beneficiario da 5 a 20 milioni annui.
Fonte: Il Sole 24 Ore