Il comitato egiziano per la modifica della Costituzione ha respinto la mozione per inserire nella legge fondamentale il principio di progressività nella tassazione. Questo segna un colpo significativo agli aiuti finanziari del Fondo Monetario Internazionale (FMI ) che ha recentemente ribadito la necessità di riforme fiscali.
Secondo il quotidiano on line “el Ahram” il comitato per la riforma della Costituzione ha messo in guarda sul pericolo che l’introduzione del principio di progressività comporterebbe per l’economia egiziana, con conseguente calo degli investimenti esteri.
Mohamed Ghoneim, ex membro del Partito socialdemocratico egiziano, aveva avanzato l’idea sostenendo che la tassazione progressiva è uno strumento per raggiungere la giustizia sociale “che dovrebbe essere regolato dalla legge”.
L’Egitto ha preso in considerazione l’idea di una tassazione progressiva dopo la rivolta del 2011. I fautori di un sistema fiscale progressivo insistono sul fatto che un tale regime genererà ulteriori entrate tanto necessarie per lo Stato, garantendo nel contempo un maggiore contributo da redditi più alti del paese , e il ripristino della giustizia sociale.
Gli oppositori sostengono, tuttavia, che il dibattito su un sistema fiscale progressivo avrà come effetto solo quello di dissuadere gli investitori, sostenendo invece che le nuove entrate dovrebbero derivare da altre fonti, in particolare da una tassa sulla proprietà, o con l’introduzione di un sistema di imposta sul valore aggiunto (IVA).
Il sistema fiscale egiziano prevede un’imposta sul reddito del 10 per cento per i redditi personali compresi fra 12 mila sterline egiziane (pari a 1.741 dollari Usa) e 30 mila; un’aliquota del 15 per cento per coloro che guadagnano tra 30 mila e 45 mila sterline; 20 per cento per i redditi tra 45 mila 250 mila; un tasso del 25 per cento per i redditi superiori a 250 mila sterline.
Già nel novembre 2012, il FMI aveva subordinato la concessione di un prestito di quasi 5 miliardi di dollari alla riforma del sistema fiscale per tagliare il deficit e aumentare la spesa sociale.