Presentata al Parlamento indiano la nuova legge di stabilità relativa al biennio 2013-2014. Tra le novità introdotte dal Governo, un aumento del prelievo fiscale sui redditi più alti, incentivi alle imprese e l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie.
Sono tre però le riforme chiave per la cui attuazione il Ministro indiano cerca il consenso delle forze politiche: un nuovo codice tributario sulle imposte dirette, regole antievasione più stringenti e una nuova tassa su beni e servizi. Riforme che si rivelano necessarie soprattutto a causa del momento delicato attraversato dall’economia indiana, la cui crescita, sotto i colpi di un’inflazione galoppante, ha subito una battuta d’arresto negli ultimi due anni. Il Pil, infatti, è passato dal 9% negli anni 2009-2011 al 5% nell’ultimo biennio.
Con l’introduzione di una tassa sui beni e servizi a livello nazionale dovrebbe essere abolita, infatti, una serie di imposte (da quella sui trasporti alle tasse sulle licenze telefoniche, dal balzello sui consumi elettrici a numerosi vari altri dazi).
Novità anche sul fronte dei redditi individuali. Aumenta la tassazione per persone fisiche e aziende con redditi oltre i 10 milioni di rupie, che dovranno pagare una sovrattassa del 10% per cento. Per le imprese nazionali che hanno redditi superiori a 100 milioni di rupie la sovrattassa passa dal 5 al 10%; per le aziende estere, dal 2 al 5%.
Prevista anche la possibilità per le imprese di dedurre il 15% degli investimenti superiori a un miliardo di rupie effettuati, tra il 1° aprile 2013 e il 31 marzo 2015, per l’acquisto di nuovi macchinari e impianti.