Il piano di rilancio francese

il piano di rilancio francesePermettere all’economia francese di uscire dalle sabbie mobili causate dall’epidemia di Covid 19. Con questa intenzione il Governo francese ha messo nero su bianco un piano di rilancio da 100 miliardi di euro. Di queste misure per stimolare la competitività e favorire la ripresa dell’occupazione fanno parte anche una serie di provvedimenti per la riduzione della pressione fiscale sulle imprese. I principali fronti di intervento sono due: il Contributo economico territoriale e l’Imposta sul patrimonio aziendale. Al quadro tracciato dal piano di rilancio si aggiungono, inoltre, due novità fiscali pro consumi: il taglio della somma che i turisti non Ue devono spendere per richiedere il rimborso Iva sui loro acquisti e la proroga fino alla fine dell’anno per le imprese della possibilità di versare bonus detassati ai lavoratori.
Ricordiamo che la Francia era entrata nel 2020 con buone premesse. Sesta economia mondiale, nel Paese Il Pil cresceva infatti dell’1,3% trainato dalla domanda interna. L’inflazione era ferma anch’essa all’1,3%. L’effetto combinato del Covid 19 e del lockdown ha poi sconvolto questo quadro positivo: nel secondo trimestre il Pil è precipitato del 13,8% e si prevede un calo complessivo dell’11% nell’anno. Al crollo del Prodotto interno è corrisposta un’analoga caduta delle entrate tributarie, pari all’8,8% nei primi sette mesi dell’anno, per un totale di 13,1 miliardi di euro in meno. In controtendenza, più di recente, le entrate Iva, che a luglio hanno mostrato un rimbalzo congiunturale del 20,9%.  A conti fatti, con “Rilancio Francia” l’esecutivo metterebbe in circolo ben 100 miliardi di euro, una cifra pari al 4% del prodotto interno lordo, con la speranza di rivitalizzare un’economia in recessione da Covid 19.
Entrando nello specifico delle misure fiscali, il piano “Rilancio Francia” contiene due interventi a favore delle imprese: la riduzione del contributo economico territoriale (Cet) e il taglio dell’imposta sulla proprietà degli immobili per gli impianti industriali. Il Cet, che dal 2010 sostituisce l’Imposta professionale sulle attrezzature e sui beni immobili, è composto da due tributi: il Contributo fondiario per le imprese (Cfe) e il Contributo al valore aggiunto delle imprese, (Cvae).  Nel piano è prevista una riduzione del “tetto” del Cet dal 3 al 2% del valore aggiunto. In particolare, il Cvae sarebbe dimezzato, con un taglio dall’1,5 al 0,75%.
Ma alcuni impulsi fiscali programmati dall’esecutivo francese favoriscono anche la crescita dei consumi e vanno oltre il perimetro del “Piano Rilancio”. È stata, infatti, prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre la possibilità di erogare un bonus esentasse fino a 2.000 euro (precedentemente il limite era fissato a 1.000) a favore dei lavoratori che negli ultimi 12 mesi non hanno ricevuto un reddito mensile medio superiore al triplo del salario minimo. Il governo fissa però alcuni paletti per l’erogazione di queste somme: in particolare, il bonus esentasse non deve essere sostitutivo in alcuna maniera del reddito del lavoratore né di altri bonus già previsti. A questa misura si aggiunge l’annuncio, pubblicato qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale francese, del taglio da 175 a 100 euro del tetto minimo che i turisti extra Unione Europea devono spendere per fruire del rimborso dell’Iva sugli acquisti.

Siti di riferimento: fisco oggi

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