Travolto da proteste di ogni sorta sulle recenti riforme del fisco, il Premier francese, Jean-Marc Ayrault, tenta di reagire con una proposta shock: ripensare il sistema dalla radice, semplificarlo, renderlo più lineare. Una vera rivoluzione, nelle sue intenzioni, che ha però preso in contropiede il resto dell’esecutivo.
“È venuto il momento di un ripensamento, in tutta trasparenza”, aveva affermato ieri Ayrault in una battagliera intervista al quotidiano economico Les Echos, seguita oggi da un paio di passaggi televisivi e radiofonici per ribadire il messaggio.
Alla Francia, ha più volte ripetuto, servono regole fiscali “più giuste, più efficaci e più intellegibili”, perché il sistema è ormai diventato “troppo complesso, quasi incomprensibile”, cosa che genera malcontento tra i contribuenti. Il primo passo di questo complesso percorso, ha annunciato lo stesso Ayrault ai microfoni di radio France Info, saranno una serie di consultazioni con le parti sociali, che cominceranno lunedì prossimo.
Poi sarà il turno delle “discussioni con i capigruppo, i gruppi parlamentari della maggioranza e dell’opposizione”, con le associazioni di eletti degli enti locali e con altri rappresentanti istituzionali.
Di questo iter il Premier ha tutta l’intenzione di tenere saldamente le redini, per evitare nuovi pasticci di comunicazione. Ma soprattutto per consolidare la sua posizione alla guida del governo, data più volte per traballante nelle ultime settimane.
Un’intenzione tanto forte da averlo portato, riferiscono alcuni siti tra cui quello di Le Figaro, a procedere senza nemmeno avvertire i ministri dell’Economia, Pierre Moscovici, e del Bilancio, Bernard Cazeneuve, che avrebbero scoperto la notizia dell’imminente rivoluzione dalle pagine dei giornali.
Uno smacco soprattutto per Moscovici, che appena due settimane fa aveva dichiarato che non ci sarebbero stati grossi sconvolgimenti nella strategia fiscale fino a quanto la crescita non fosse ripartita in modo netto.
Sempre in quest’ottica, Ayrault si preparerebbe anche a rimescolare le carte nelle direzioni del Tesoro e del Bilancio: via Ramon Fernandez, ex consigliere di Nicolas Sarkozy e Christine Lagarde, e Julien Dubertret, uomo di fiducia dell’ex premier Francosi Fillon.
Dentro il banchiere Francois Villeroy de Guilhau e il fedelissimo Denis Morin, che ha già affrontato da capo di gabinetto del ministero del Welfare lo spinoso dossier della riforma delle pensioni.
“Il soldato Ayrault ha deciso di uscire dalla trincea – commenta Le Monde -, pronto anche a smarcarsi dal presidente e dalla coppia speculare che formano dall’inizio del mandato”.