Svizzera, addio a segreto bancario non immediato

paolo_bernasconi“La fine del segreto bancario svizzero è annunciata ma non sarà per domani”. A spiegarlo è l’avvocato e notaio Paolo Bernasconi, ex procuratore a Lugano e autore della legge elvetica antiriciclaggio, dopo che la Svizzera ha firmato la convenzione dell’Ocse sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale. I

intanto, nota Bernasconi, bisogna considerare i tempi. Ora “abbiamo avuto la firma, quindi ci dovrà essere la ratifica in Parlamento l’anno prossimo”. Poi “quasi sicuramente” ci sarà un referendum “perché i partiti sono in maggioranza contrari”. Inoltre bisogna considerare che la “convenzione prevede lo scambio spontaneo delle informazioni, ma con possibilità da convenire mediante accordi bilaterali con i singoli stati”.

Per quanto riguarda l’Italia, spiega l’avvocato, “se la convenzione verrà ratificata in Svizzera anche dalla votazione popolare, sarebbe necessario un trattato bilaterale italo svizzero per concordare lo scambio automatico di informazioni e riguardo a quale tipo di imposizione: solo privati o anche aziende, solo imposte sul reddito o anche patrimoniali e di successione”. E naturalmente il trattato dovrà poi essere ratificato dai parlamenti e magari potrebbe essere sottoposto a referendum in Svizzera.

Intanto, spiega ancora Bernasconi, “a partire dal primo novembre, l’agenzia antiriciclaggio svizzera avrà la facoltà di trasmettere alle agenzie corrispondenti all’estero le informazioni, ma non i documenti, per sospetto di riciclaggio nell’ambito di reati di diritto comune (corruzione, droga, truffa) ma non per i reati fiscali”.

“Un passo – nota l’avvocato – che va letto nella prospettiva della revisione del diritto penale fiscale svizzero. Per il 2015 si attende la punibilità del riciclaggio del provento di crimini fiscali. A quel momento la novità del primo novembre genererà i suoi effetti fiscali: l’agenzia svizzera anti riciclaggio potrà fare comunicazioni spontanee alle agenzie anti riciclaggio estere anche sul riciclaggio del provento di crimini fiscali”.

La confederazione elvetica ha già avviato una riflessione sullo scambio automatico di informazioni, che tocca da vicino il tema del segreto bancario. La Svizzera vuole dimostrare la propria buona volontà nel contrasto all’evasione e le frodi fiscali, rafforzando così la reputazione della propria piazza finanziaria. Il governo si dice ora favorevole allo scambio automatico d’informazioni se vi sarà un solo standard internazionale riconosciuto.

“Di fronte a queste revisioni ineluttabili o imminenti -afferma Bernasconi- le banche svizzere si preparano. E questo spiega la raccomandazione nei confronti dei clienti, per qualcuno anche per iscritto, di regolarizzare al più presto la propria situazione fiscale. In questo modo, quando il segreto bancario verrà a cadere, nè i clienti nè le banche correranno il rischio di sanzioni per violazioni di obblighi fiscali nei confronti dei loro paesi”.

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