Aiuti per 32 milioni al settore musica

Aiuti per 32 milioni al settore musicaL’attuale crisi del mondo della musica è forse peggio della crisi di Napster, dalla quale – bene o male – il comparto seppe rialzarsi grazie alle leve di live e streaming. Il governo italiano si muove di conseguenza: entro fine agosto andranno in Gazzetta Ufficiale tre decreti ministeriali a sostegno del settore, per un valore complessivo di 33 milioni.
Uno riguarda discografia ed editoria, uno i concerti annullati, un altro ancora il circuito dei club. Il primo ha una dotazione di 10 milioni e mira a offrire ristoro a case discografiche ed etichette di publishing per i mesi del lockdown. Il secondo vale 12 milioni tra ristoro ai promoter che hanno dovuto annullare concerti (10 milioni) e spese accessorie per i servizi da essi sostenute (2 milioni). Qui la dottrina è cambiata più volte: in un primo momento, l’esecutivo aveva istituito voucher con cui effettuare il rimborso per gli eventi cancellati a chi aveva comprato il biglietto. Ma dopo diverse proteste il governo ha applicato le seguenti modifiche: scadenza dei voucher fissata a 18 mesi, rimborso in denaro in caso di cancellazione. Il terzo Dm da 10 milioni agisce invece a sostegno dei piccoli organizzatori di eventi.
In ogni caso non ci si ferma qua: dal Decreto Agosto arriveranno per esempio il ri-finanziamento dell’indennità da mille euro per i lavoratori dello spettacolo e sgravi contributivi per le riaperture. «Il momento è senza precedenti», sottolinea Enzo Mazza, presidente di Fimi. «Il governo ha saputo ascoltare la categoria, ma si potrebbe fare ancora di più per il settore, da un lato estendendo il tax credit finora contemplato per le opere prime, seconde e terze a tutte le uscite discografiche, dall’altro rifinanziando il Bonus Cultura».
I dati sul mercato discografico del primo semestre 2020, d’altra parte, evidenziano un settore che ha limitato i danni (-0,7%) grazie al boom dello streaming (+25%) che ha bilanciato il crollo del fisico (-48%) e delle sincronizzazioni (-15%). Sul versante del live, invece, «la situazione è drammatica», commenta Vincenzo Spera, presidente di Assomusica. «Il crollo di ricavi è verticale e, cosa ancora più inquietante, mancano certezze sulle prospettive future. Apprezziamo gli sforzi del governo. Certo, un po’ di chiarezza in più negli interventi legislativi avrebbe aiutato», conclude il promoter.

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