C.Conti: no a contrasto interessi

corte-dei-contiLa tracciabilità dei pagamenti aiuta la lotta all’evasione. Mentre sono evidenti i rischi che deriverebbero dall’introduzione generalizzata del contrasto di interessi.

E’ quanto emerge dalla indagine della Corte dei Conti sugli esiti dell’attività di controllo fiscale svolta dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza basata sugli incroci delle informazioni contenute negli elenchi clienti e fornitori.

In particolare, “è risultata evidente l’esigenza di sviluppare il sistema degli incroci delle informazioni, soprattutto mediante l’adozione di strumenti quali, ad esempio, la fatturazione elettronica e i sistemi di pagamento tracciato, che consentano una tempestiva utilizzazione da parte dell’amministrazione finanziaria di dati fiscalmente rilevanti”.

La Magistratura contabile evidenzia “la grande rilevanza ed utilità che tali informazioni hanno nella strategia di contrasto dell’evasione fiscale”. In particolare, sono risultati “evidenti i positivi effetti che gli elenchi telematici clienti e fornitori hanno avuto sull’adempimento spontaneo negli anni 2006-2007 e, al contrario, le ricadute gravemente negative prodotte dalla loro ingiustificata abolizione nel 2008”.

L’indagine ha anche messo in luce “l’esistenza di gravi e diffuse irregolarità che vanno oltre la semplice omessa fatturazione delle operazioni ed i rischi che potrebbero derivare dall’introduzione generalizzata del c.d. ”contrasto di interessi”.

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