Non è sufficiente che i beni strumentali impiegati nell’esercizio di una qualsiasi attività abbiano un valore superiore a 15mila euro per costituire un indizio di una attività organizzata e quindi essere assoggettata all’Irap.
È quanto ha stabilito la Cassazione che ha annullato una decisione del Commissione Tributaria del Lazio basata su indicazioni in proposito dell’agenzia delle Entrate.
La Suprema Corte con la sua giurisprudenza opera da tempo per colmare un vuoto legislativo per definire in modo chiaro il confine fra chi è soggetto all’Irap e chi no.
L’assoggettamento al tributo reale ricorre quando il contribuente, secondo la Corte ha due requisiti:
1) è, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione e non è, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità e interesse;
2) impiega beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui.