Manca personale, primi allarmi per Brexit

brexitI titoli dei giornali svelano l’essenza dei problemi anche oltre il significato più immediato. Quello del Guardian a un editoriale del columnist Rafael Behr toglie, casualmente, l’ultimo capo d’abbigliamento al Re, svelando le grazie di Sua Maestà che, fuor di metafora, è la grande bugia sulla dinamica migratoria nel Regno Unito. «Chi accuseranno i Brexiters quando latte e miele cesseranno di scorrere?». Il riferimento è alla fine della congiuntura in corso e alla presa di coscienza che i mali sociali non sono conseguenza della partecipazione alla Ue.  Ma prima di allora vale la pena di prendere alla lettera quel titolo e ragionare su un interrogativo. «Chi accuseranno i Brexiters quando il latte (amen per il miele, ndr) non scorrerà più?» e i primi indizi di imminente scarsità – sempre restando nell’iperbole – cominciano a trovare legittimità. L’associazione nazionale degli agricoltori nella relazione trimestrale sulla dinamica della manodopera nel Regno ha svelato che il 47% delle imprese del settore ha difficoltà a coprire i posti di lavoro necessari con un balzo del 13% negli ultimi novanta giorni. Mancano operai più o meno specializzati come conseguenza, sembrerebbe, del calo di immigrati intraeuropei.  Le industrie manifatturiera, alimentare e del turismo sono le più esposte con il 13% della forzalavoro composta da personale dell’Ue. Analoga l’immagine che emerge dal Servizio sanitario nazionale, vittima di straordinarie ristrettezze e di una beffa storica.

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

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