Per la prima volta dopo 53 anni in primavera le fonti rinnovabili d’energia tornano in testa nella produzione elettrica italiana. E crollano le emissioni italiane di CO2, il gas accusato di scaldare il clima del pianeta. Nei mesi della clausura sanitaria i dati sono arrivati divisi per tematiche, per settore, oppure dall’Europa. Ora l’Enea nell’ Analisi trimestrale del sistema energetico ha censito l’effetto complessivo prodotto in Italia dalla fermata epidemica per tutti i tre mesi della primavera, cioè quelli dell’emergenza più alta, dal 1° aprile al 30 giugno.
In breve, i punti salienti sono i seguenti:
– Rispetto al secondo trimestre del 2019, in questa primavera i consumi complessivi di energia in Italia sono crollati del 22%
– Il periodo più drammatico è il mese di clausura più rigorosa, aprile (-30%).
– Sono ribassati i prezzi energetici.
– I consumi di corrente elettrica sono diminuiti del 13%. E poi (attenzione ai dati ambientali).
– le fonti rinnovabili di energia hanno superato il 50% e sono tornate alla prevalenza che avevano fino a mezzo secolo fa.
– mentre le emissioni di anidride carbonica sono precipitate del 26% rispetto alla primavera 2019.
L’indice Ispred dell’Analisi trimestrale dell’Enea, coordinata da Francesco Gracceva, rileva quotazioni eccezionalmente basse raggiunte per gas ed elettricità all’ingrosso. Per l’elettricità si segnala un calo medio di circa il 20% per le diverse classi di consumo delle utenze non domestiche.
Per il gas, i piccoli consumatori industriali hanno beneficiato di una riduzione del 27% del prezzo rispetto allo stesso periodo del 2019 e l’estate sarà ancora più ribassista. Per le famiglie la riduzione è stata del 25% rispetto all’inverno. Purtroppo per i mesi estivi da luglio a settembre è prevista un’inversione di tendenza, cioè la spinta a rincari.
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