La moda non si ferma e la fashion week a Milano sfida il covid, ma le aziende prevedono un notevole calo del fatturato

La moda non si ferma e la fashion week a Milano sfida il covid - ma le aziende prevedono un notevole calo del fatturatoVentotto sfilate fisiche e 24 eventi digitali. Sono questi gli ingredienti fashion week di Milano, e più in generale la moda italiana, con cui scelgono di reagire all’epidemia di Covid-19. A sette mesi quasi esatti dal primo paziente italiano positivo al Covid-19 scoperto a Codogno, una manciata di chilometri da Milano, mentre era in corso la fashion week per l’autunno inverno 2020-21.
I ricavi di settore sono in calo di 30,3 miliardi nel 2020 e quindi questa edizione della fashion week – unita alle fiere che, a partire dall’8-9 settembre con la 31esima Milano Unica, in programma alla Fiera di Milano-Rho – ha un ruolo importante. Quello di riportare il sistema moda sotto i riflettori italiani e internazionali dopo sei mesi fortemente negativi.
La 2° Indagine Congiunturale sul “Tessile Moda e Accessorio (Tma)” di Confindustria moda ha rilevato che l’86% delle imprese nel secondo trimestre 2020 ha subito un calo di fatturato superiore al 20%. Molte aziende devono fare i conti con una percentuale elevata di insoluti sugli ordini già consegnati, quasi tutte con una flessione degli ordini che, in media, per il Tma nel primo trimestre è stata del 40,5% e nel secondo trimestre si è attestata sul -37,3%. Senza contare che per 61 aziende su 100 non ci sono mercati che sono ripartiti dopo il Covid-19. Anche l’orizzonte è a tinte fosche: il 51% delle aziende a temere una chiusura tra «il -20 e il -50%». Un ulteriore 19% teme cali tra il «-50 e il -70%, mentre il 5% prevede un calo superiore al -70%», e la flessione media annua per il Tma è prevista al -32,5% rispetto al dato 2019, ovvero 30,3 miliardi di euro in meno.

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