“Nel 2014 più tasse per 4147 euro”

letta-e-alfanoNel 2014 gli italiani pagheranno 4,147 miliardi di euro di maggiori imposte senza contare che la Trise 2014 potrebbe costare 2,4 miliardi in più rispetto all’Imu 2013.

E’ quanto stima il Centro studi di Confcommercio a dispetto della promessa del governo di un calo della pressione fiscale di un punto percentuale in tre anni dal 44,3 al 43,3%. “I conti sulla Trise 2014 – ha comunque spiegato il direttore del Centro studi Mariano Bella – non sono definitivi ma una nostra stima”.

Numeri sufficienti per far dire al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che la Legge di Stabilità uscita ieri dal Consiglio dei Ministri è ”a una prima lettura una delusione”. Il taglio di un punto percentuale della pressione fiscale è ”poca cosa”, la ”svolta” attesa ”con il taglio alla spesa pubblica” non c’è.

E ”l’attuale carico fiscale è incompatibile con qualsiasi ipotesi di crescita” ha concluso. Con questa prospettiva – sottolineano da Confcommercio – difficilmente migliorerà il quadro disegnato dallo studio Censis-Confcommercio sul clima di fiducia e le aspettative delle famiglie italiane nel secondo semestre 2013.

Semestre nel quale sono aumentate le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese con il proprio reddito (19% rispetto all’11,2% del 2012) più di 17 milioni di famiglie (il 69% del totale) ritengono che le capacità di spesa e di consumo siano peggiorate rispetto alla fine del 2012.

Non solo: quasi la metà delle persone intervistate teme di non poter mantenere in futuro l’attuale tenore di vita e quindi di tagliare i consumi per affrontare la crisi che, ormai si è capito, non finirà presto tant’è vero che gli ottimisti sono scesi al 30% (dai 37% del 2012). Una grande fetta degli italiani (il 72%) avrebbe difficoltà ad affrontare spese impreviste, come quelle per le spese mediche.

Per affrontare la crisi il 68% ha tagliato cinema e svago, il 53,5% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina, quasi il 50% ha cambiato abitudini alimentari ma c’è anche un 4,8% che e’ stato costretto a vendere la casa per avere liquidi e il 14,3% ha venduto gioielli di famiglia per arrivare a fine mese.

A gravare sul pessimismo degli italiani è il progressivo aggravarsi delle condizioni lavorative. Tra gli occupati circa 3 milioni (il 14,5%) temono una riduzione dello stipendio e più di 2 milioni e mezzo (il 13,7%) temono di perdere il lavoro nei prossimi mesi, tra i disoccupati quasi la metà (il 48,5%) è convinta che non riuscirà a trovare un lavoro.

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